In questa pagina è possibile trovare un fac simile rinunci al credito del socio da scaricare e compilare.
Indice
Rinuncia al Credito del Socio
Una delle modalità di estinzione di un debito è la remissione del debito, disciplinata dall’articolo 1236 del codice civile, che ha rilevanti ricadute anche in termini di rappresentazione contabile e di effetti fiscali, in particolare quando il creditore rinunciante riveste la qualifica di socio. Il Principio contabile OIC 28, richiamando proprio questo scenario, stabilisce che, nel caso in cui la rinuncia da parte del socio abbia come finalità il rafforzamento patrimoniale della società, la somma oggetto di remissione venga iscritta a patrimonio netto in capo all’impresa debitrice, a prescindere dalla natura originaria del credito. La ratio di questa scelta contabile risiede nel fatto che si tratta, sostanzialmente, di un apporto di capitale, con la conseguenza che, dal lato del socio, il valore della partecipazione aumenta del medesimo importo, con la successiva necessità di verificare se, per motivi di durevole perdita di valore, tale incremento debba essere in tutto o in parte svalutato.
Ove la rinuncia provenga da un socio diretto che detiene l’impresa debitrice, non si pongono dubbi sull’applicazione dei principi contabili e sugli effetti in termini di capitalizzazione. Più complesso risulta l’assetto quando la rinuncia proviene da un soggetto non immediatamente riconducibile alla figura di socio diretto, bensì da un socio indiretto o da un’altra società del gruppo che, pur non possedendo la partecipazione nella debitrice, fa parte della stessa catena societaria. Questo scenario tocca sia il profilo contabile sia le implicazioni fiscali, portando a interrogarsi sulla estensibilità a tale ipotesi della disciplina prevista, da un lato, dall’articolo 88 del TUIR in merito agli effetti della rinuncia dei soci, e dall’altro, dall’OIC 28 sui riflessi in bilancio dell’aumento di capitale “mascherato” dalla remissione.
Dal punto di vista contabile, nulla impedisce di interpretare la rinuncia al debito come un intervento di rafforzamento patrimoniale anche quando provenga da un socio non immediatamente titolare della partecipazione, ma pur sempre compreso nella catena societaria. La volontà, in tal caso, è di sostenere economicamente la società debitrice, stabilizzandone il patrimonio netto. Se l’impresa beneficiaria può perciò portare a patrimonio netto l’importo rinunciato, il soggetto rinunziante si troverà invece a dover incrementare il valore della propria partecipazione indiretta, risalendo la catena partecipativa fino a raggiungere la società in cui è detenuto l’interesse. La soluzione più coerente, sul piano tecnico, consiste dunque nell’aumento del valore di carico della partecipazione nella società direttamente partecipata dal soggetto rinunciante, la quale, a sua volta, detiene la partecipazione nella debitrice beneficiata.
Più complesso è il fronte fiscale. L’articolo 88 del TUIR riconosce un regime di neutralità fiscale alla rinuncia dei soci, ma non fornisce una regolamentazione specifica su come gestire la remissione da parte di un socio indiretto o di altre imprese del medesimo gruppo. Una parte della dottrina richiama la sentenza della Corte Costituzionale n. 264/2017, la quale, in un caso concernente la rinuncia ai crediti da parte di una società “consociata”, ha escluso la possibilità di estendere in via analogica la disciplina agevolativa dell’articolo 88 a fattispecie che esulano espressamente dai suoi confini. È tuttavia anche vero che, laddove il soggetto rinunciante sia effettivamente un socio indiretto, esiste pur sempre un legame partecipativo con la società debitrice, sebbene mediato da uno o più livelli di controllo. Di conseguenza, non è scontato che la posizione della Corte osti, in via assoluta, a una valutazione caso per caso, qualora si riesca a dimostrare che la finalità effettiva corrisponde al rafforzamento patrimoniale della partecipata.
Lo snodo importante consiste dunque nel definire la portata del concetto di socio all’interno delle disposizioni fiscali e nel comprendere se la ratio dell’articolo 88 (che mira a favorire l’apporto patrimoniale da parte di chi detiene effettivamente la partecipazione nella debitrice) possa valere anche quando l’apporto avviene in maniera indiretta. In assenza di un esplicito intervento normativo o di un consolidato orientamento di prassi, rimane necessaria un’analisi attenta delle singole fattispecie, soprattutto in relazione alla prova del rapporto partecipativo e alla dimostrazione che il debitore effettivamente goda di un miglioramento della struttura patrimoniale, coerente con la finalità di preservare la sua operatività e sostenere la continuità aziendale.
Risultano così determinanti, in sede di eventuale confronto con l’Amministrazione finanziaria, la predisposizione di adeguata documentazione che attesti le ragioni sottostanti alla rinuncia, la valutazione del grado di partecipazione (pur indiretto) e l’eventuale sussistenza di un vantaggio concreto in termini di ricostituzione del patrimonio netto della società debitrice. Con il supporto dei principi contabili, che appaiono potenzialmente estendibili anche a queste casistiche, il soggetto rinunziante potrebbe legittimamente evidenziare la natura di vero e proprio “apporto” di capitale, fermo restando che la tenuta di tale impostazione sul versante fiscale non è del tutto scontata, stante i margini interpretativi esistenti e l’indirizzo espresso dalla Corte Costituzionale. Tuttavia, laddove sussistano valide motivazioni aziendali e si dimostri un percorso di rafforzamento patrimoniale effettivo a vantaggio della partecipata indiretta, la soluzione appare ragionevolmente difendibile, sia in bilancio sia nel contesto delle imposte sui redditi.
Esempio Rinuncia al Credito del Socio
Di seguito è possibile trovare un esempio di lettera di rinuncia credito soci.
DICHIARAZIONE DI RINUNCIA AI CREDITI
Il/la sottoscritto/a ……. nato/a a ( ____ ) il ____ / ____ / ____
residente a ……. ( ____ ) in Via …………… n. ______
codice fiscale ……….
P R E M E S S O C H E
– è socio della ………….. con sede in ………….. ( ____ ) in via …………..
– alla data odierna è titolare, nei confronti della predetta società, di un credito di interessi pari ad euro n. ______ (…………..) derivante da …………..
P R E S O A T T O
della situazione patrimoniale della Società e della conseguente esigenza di capitalizzazione
D I C H I A R A
di rinunciare, come effettivamente rinuncia, irrevocabilmente ed incondizionatamente, al rimborso del credito
La presente viene rilasciata in ossequio al disposto del comma 4 bis, dell’art. 88, del T.U.I.R.
Data
Firma
allegato documento di riconoscimento in corso di validità.
Modello Rinuncia al Credito del Socio Word da Scaricare
In questa sezione è presente un modello lettera di rinuncia credito soci da scaricare. Il modulo lettera di rinuncia credito soci compilabile messo a disposizione è in formato DOC, può quindi essere aperto e compilato utilizzando Word o un altro programma che supporta questo formato.
La compilazione è molto semplice, basta infatti inserire i dati mancanti negli spazi presenti nel documento.
Una volta compilato, il fac simile lettera di rinuncia credito soci può essere convertito in PDF o stampato.
Fac Simile Rinuncia al Credito del Socio PDF Editabile
Di seguito viene messo a disposizione un fac simile rinuncia al credito del socio PDF editabile.