In questa pagina è possibile trovare un fac simile dichiarazione di nulla a pretendere del lavoratore Word e PDF editabile da scaricare e compilare.
Indice
Dichiarazione Di Nulla A Pretendere Del Lavoratore
Quando, alla chiusura di un rapporto di lavoro, il dipendente firma la dichiarazione di nulla a pretendere, egli attesta di aver ricevuto una somma che considera satisfattiva di ogni credito maturato e dichiara di non avere ulteriori pretese nei confronti del datore di lavoro. La Corte di cassazione chiarisce da tempo che, nella sua configurazione ordinaria, quella quietanza non è un contratto ma una dichiarazione di scienza, esprime cioè il semplice convincimento soggettivo del lavoratore di essere stato integralmente pagato e non gli impedisce, se successivamente scopre un errore, di agire in giudizio per il riconoscimento di diritti rimasti insoddisfatti.
La giurisprudenza distingue con precisione questa forma elementare di quietanza dai veri atti dispositivi dei diritti del prestatore. Se il testo è ampio, indeterminato e redatto unilateralmente dal datore di lavoro, ricade di regola nell’area delle “clausole di stile”, prive di efficacia negoziale; è quindi insufficiente, da sola, a provare una volontà di rinuncia del lavoratore. Al contrario, la stessa dichiarazione può assumere il valore giuridico di rinuncia (atto unilaterale recettizio) o di transazione (contratto con reciproche concessioni) quando dal suo tenore letterale, o dal contesto in cui viene sottoscritta, emergano elementi inequivoci che dimostrino la piena consapevolezza del dipendente circa i diritti, specifici e determinabili, ai quali decide di abdicare. In altre parole, occorre che il lavoratore sappia con chiarezza “che cosa” sta abbandonando e “quanto” gli spetterebbe, altrimenti la rinuncia non si perfeziona e la quietanza rimane una mera attestazione di ricezione di somme.
Questo principio si riflette anche nella relazione tra quietanza e licenziamento: la firma in calce a un documento con cui il dipendente dichiara di aver ricevuto tutti i crediti non equivale, di per sé, all’accettazione del recesso datoriale. Perché la rinuncia alla tutela contro il licenziamento sia efficace, devono emergere altre circostanze “precise, concordanti e obiettivamente concludenti” che rivelino una volontà realmente abdicativa.
Sul piano normativo, la tutela più immediata si trova nell’articolo 2113 del Codice civile, che permette al lavoratore di impugnare rinunce e transazioni relative a suoi diritti entro sei mesi dalla cessazione del rapporto o dalla data dell’atto, a pena di decadenza. L’impugnazione, di norma, consiste in una semplice diffida scritta; qualora però il datore non adempia, sarà necessario adire il giudice entro il successivo termine, perché la sola impugnazione stragiudiziale non invalida automaticamente l’atto. La stessa protezione non opera per le conciliazioni concluse in “sede protetta” (dinanzi al giudice, alla commissione di conciliazione dell’Ispettorato territoriale o in sede sindacale): in tali contesti la rinuncia è, di regola, definitiva, perché la presenza di soggetti terzi qualificati bilancia lo squilibrio di forza fra datore e prestatore.
Un aspetto pratico importante riguarda la quietanza apposta sui cedolini paga. Con l’ordinanza n. 27749 del 3 dicembre 2020 la Cassazione ha stabilito che, quando la busta è firmata per ricevuta quietanza, l’onere di provare che quanto indicato non corrisponde al denaro effettivamente percepito grava sul lavoratore. La formula, pur non essendo equiparabile a una clausola generale di contratto, ha comunque una forza probatoria idonea a invertire il carico della prova: chi l’ha sottoscritta deve dimostrare l’eventuale scostamento fra somme annotate e somme pagate.
L’indirizzo che qualifica la quietanza come semplice dichiarazione di scienza continua a trovare conferme anche nelle pronunce più recenti. L’ordinanza della Cassazione n. 5391 del 1 marzo 2025, ad esempio, ha ribadito che, quando il documento contiene mere clausole generiche imposte dal datore di lavoro, senza riferimenti a diritti specifici né a una “res litigiosa”, resta una semplice attestazione e non diventa transazione; di conseguenza è sempre soggetta al vaglio dell’art. 2113 c.c.
In definitiva, la dichiarazione di nulla a pretendere ha valore liberatorio pieno solo se il contenuto rivela in modo trasparente e circostanziato l’intenzione del lavoratore di rinunciare a determinati diritti e se questi ultimi sono effettivamente disponibili. In mancanza di tale consapevolezza, il documento rimane una prova del pagamento ricevuto e non impedisce al prestatore di far valere pretese ulteriori. Per il datore di lavoro, ciò significa che una formula generica non mette al riparo da future rivendicazioni; per il lavoratore, che la firma non chiude necessariamente la porta a un’azione giudiziaria, a patto di agire entro i termini di legge e di procurarsi elementi probatori idonei a dimostrare l’incompletezza del pagamento.
Esempio di Dichiarazione Di Nulla A Pretendere Del Lavoratore
Di seguito è possibile trovare un esempio di dichiarazione di nulla a pretendere del lavoratore.
QUIETANZA LIBERATORIA
Il/La sottoscritto/a …. dichiara di essere stato/a alle dipendenze della …., con sede in …., dal …. al …., e che il rapporto di lavoro si è risolto per ….
Il/La sottoscritto/a dichiara di ricevere dalla …. la somma di Euro . …. (….), in contanti/a mezzo assegno bancario n° …., a titolo di indennità tutte di fine rapporto.
Il/La sottoscritto/a dichiara di aver ricevuto la somma di Euro. …. (….) a titolo di liberalità da parte dell’azienda, con l’intesa che l’importo di cui sopra soddisfa ogni altra pretesa attinente al risolto rapporto di lavoro.
Con il pagamento di tale somma, il/la sottoscritto/a dichiara di essere tacitato/a dalla …., anche in via di transazione, stralcio, rinuncia, e dichiara espressamente di rinunciare definitivamente a qualsiasi maggior somma o credito dovesse spettargli/le per qualsiasi ragione o causa, anche mai prima d’ora fatta valere.
Mediante la presente quietanza liberatoria il/la sottoscritto/a dichiara pertanto di null’altro avere a pretendere dalla ….
In fede,
Modello Dichiarazione Di Nulla A Pretendere Del Lavoratore Word da Scaricare
In questa sezione è presente un modello dichiarazione di nulla a pretendere del lavoratore da scaricare. Il modulo dichiarazione di nulla a pretendere del lavoratore compilabile messo a disposizione è in formato DOC, può quindi essere aperto e compilato utilizzando Word o un altro programma che supporta questo formato.
La compilazione è molto semplice, basta infatti inserire i dati mancanti negli spazi presenti nel documento.
Una volta compilato, il fac simile dichiarazione di nulla a pretendere del lavoratore può essere convertito in PDF o stampato.
Modulo Dichiarazione Di Nulla A Pretendere Del Lavoratore PDF Editabile
Di seguito viene messo a disposizione un fac simile dichiarazione nulla a pretendere del lavoratore PDF editabile.