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Esposto Abuso Edilizio
Presentare un esposto per abuso edilizio significa attivare in modo tracciabile i poteri di vigilanza dell’amministrazione quando un intervento appare privo di titolo, realizzato in difformità, in contrasto con la pianificazione o comunque eseguito in violazione delle norme edilizie, paesaggistiche o antisismiche. Il riferimento è il Testo Unico dell’Edilizia, che affida al Comune la vigilanza sull’attività urbanistico edilizia e consente al dirigente o responsabile dell’ufficio di adottare i provvedimenti cautelari e repressivi previsti dalla legge, dall’ordine di sospensione alla demolizione con ripristino, fino all’acquisizione gratuita dell’opera e dell’area di sedime nei casi di inottemperanza. La stessa condotta può integrare illecito penale, sicché la segnalazione amministrativa può generare, ove ne ricorrano i presupposti, la trasmissione della notizia di reato alla Procura della Repubblica per le valutazioni contravvenzionali, con ulteriori profili in presenza di vincoli paesaggistici o sismici.
Sotto il profilo soggettivo chiunque venga a conoscenza di fatti potenzialmente abusivi può segnalare, senza necessità di dimostrare un interesse qualificato, perché la vigilanza edilizia tutela l’interesse pubblico al corretto governo del territorio. La credibilità dell’esposto deriva però dalla specificità degli elementi forniti. È opportuno indicare con precisione il luogo e l’immobile, descrivere le opere eseguite o in corso e il momento in cui si è rilevato l’inizio dei lavori, allegare documentazione fotografica, riferimenti catastali e ogni dato utile a consentire un sopralluogo mirato. L’invio tramite PEC o raccomandata consente di fissare la data di attivazione e di ottenere la protocollazione; dal deposito in poi l’ufficio è chiamato a valutare la segnalazione, a verificare sul posto e ad adottare gli atti conseguenti ovvero a motivare l’archiviazione. Quando emergono profili paesaggistici, culturali o strutturali è sensato indirizzare per conoscenza la segnalazione anche all’autorità competente per materia, dalla Soprintendenza al Genio Civile, senza sovrapporre competenze ma accelerando le valutazioni settoriali.
Per passare dall’ipotesi alla prova l’accesso agli atti è spesso decisivo. Se si sospetta che il titolo esista ma copra opere diverse, la richiesta di visione del fascicolo edilizio consente di confrontare lo stato dei luoghi con i progetti assentiti e con le condizioni apposte. La legge sul procedimento amministrativo riconosce il diritto di accesso a chi dimostri un interesse concreto e attuale; il vicino qualificato lo possiede normalmente, ma anche l’esponente può motivare la richiesta in funzione della vigilanza sul corretto uso del territorio. Dalla lettura degli atti si possono distinguere le situazioni di assenza totale di titolo da quelle di difformità parziale o essenziale, come gli ampliamenti non assentiti, le modifiche di prospetti e sagoma o i mutamenti di destinazione privi dei requisiti urbanistici. È utile ricordare che la regolarizzazione non coincide con i vecchi condoni straordinari: l’accertamento di conformità oggi è ammesso solo se sussiste la doppia conformità alla disciplina vigente sia al momento della realizzazione sia al momento della domanda, mentre il condono è legato a leggi speciali del passato e non è riproponibile a discrezione.
La redazione dell’esposto non richiede formule particolare ma esige sobrietà e oggettività. Esporre i fatti osservati, indicare i soggetti coinvolti senza attribuzioni diffamatorie o accuse gratuite, chiedere l’esercizio dei poteri di legge e la comunicazione degli esiti dell’istruttoria: questa impostazione tutela chi segnala e agevola l’azione amministrativa. L’anonimato riduce la possibilità di essere aggiornati sull’iter e di integrare la documentazione; un esposto nominativo correttamente strutturato permette invece l’instaurazione di un dialogo procedimentale. Se, decorso un tempo ragionevole, l’amministrazione non si pronuncia, la soluzione non è moltiplicare le missive ma attivare i rimedi contro l’inerzia: si può formalmente sollecitare l’esercizio del potere e, se il silenzio persiste, valutare il ricorso giurisdizionale contro il silenzio inadempimento per ottenere un ordine del giudice a provvedere. In presenza di lavori in corso che aggravino il pregiudizio urbanistico, la parallela segnalazione alla Procura o alla polizia giudiziaria consente di valutare misure cautelari come il sequestro.
Le conseguenze dell’accertamento variano con la gravità dell’illecito. Per le opere in assenza di permesso o in totale difformità il Comune ordina la demolizione e, in caso di inottemperanza entro novanta giorni, acquisisce gratuitamente l’opera e l’area pertinente, ferma la responsabilità solidale del committente, del costruttore e del direttore dei lavori. Per le difformità parziali si applicano la rimessione in pristino o, nei casi tassativi in cui la rimozione pregiudicherebbe la parte conforme, la cosiddetta fiscalizzazione con sanzione pecuniaria sostitutiva. Questi esiti amministrativi non elidono il profilo penale per le contravvenzioni edilizie, né l’eventuale responsabilità paesaggistica con la rimessione in pristino e le relative sanzioni quando l’intervento incide su beni vincolati.
Quando l’opera abusiva incide su diritti soggettivi del vicino, come la violazione di distanze legali o l’apertura di vedute in contrasto con il codice civile, l’esposto è uno strumento utile ma non sostitutivo delle azioni giudiziarie ordinarie. Il binario amministrativo e quello civilistico restano autonomi per oggetto, giudice e termini: il primo mira alla tutela dell’interesse pubblico e alla repressione dell’abuso; il secondo consente al privato di chiedere arretramenti, riduzioni in pristino o risarcimenti a tutela delle proprie posizioni. È quindi possibile affiancare alla segnalazione un’azione davanti al giudice civile o, se ne ricorrono i presupposti, impugnare il titolo edilizio in sede amministrativa entro i termini di legge quando si ritenga che sia illegittimo e lesivo.
La qualità della documentazione fa la differenza tra un esposto efficace e uno destinato all’archiviazione. Fotografie datate e georeferenziate, descrizioni precise delle opere senza espressioni polemiche, indicazioni coerenti dei tempi e delle modalità di esecuzione, assenza di intrusioni in proprietà altrui per acquisire prove, conservazione delle ricevute di invio e delle risposte ricevute: sono accortezze semplici che rafforzano l’istruttoria. L’obiettivo non è alimentare conflitti di vicinato ma ricondurre gli interventi al quadro legale, tutelando il territorio e i diritti dei privati. Quando la segnalazione è puntuale, l’amministrazione istruisce e decide con trasparenza e i provvedimenti sono motivati, il sistema funziona: i lavori illeciti cessano, gli abusi vengono sanzionati o, ove ne ricorrano i presupposti di legge, regolarizzati, e l’interesse pubblico alla corretta pianificazione urbanistica trova concreta attuazione.
Esempio di Esposto Abuso Edilizio
Modello 1 — Opera eseguita senza titolo abilitativo (generico)
Al Comune di [Comune] – Sportello Unico per l’Edilizia, con sede in [indirizzo SUE], PEC [pec del SUE].
Oggetto: Esposto per presunto abuso edilizio in [via/piazza, numero civico, interno, comune, CAP].
Il/La sottoscritto/a [nome e cognome], nat[·] a [luogo] il [data], C.F. [codice fiscale], residente in [indirizzo completo], recapiti [telefono] e [PEC], consapevole delle responsabilità in caso di dichiarazioni mendaci ai sensi del D.P.R. 445/2000, espone quanto segue. Presso l’immobile sito in [indirizzo completo e, se noto, identificativi catastali], da circa [giorni/settimane/mesi] sono in corso opere edilizie visibili dall’esterno consistenti in [descrizione sintetica e puntuale: ad esempio, realizzazione di una sopraelevazione/chiusura di balcone/nuova veranda/nuovo corpo di fabbrica], eseguite a quanto risulta senza l’esibizione di cartello di cantiere e senza che siano visionabili titoli abilitativi sul luogo. Le lavorazioni sono tuttora in corso in [data odierna] ovvero si sono concluse in data [data]. Le opere determinano un’alterazione stabile dei prospetti e della sagoma e appaiono rientrare tra gli interventi soggetti a permesso di costruire oppure a segnalazione certificata in base alla normativa vigente.
Per quanto sopra, si chiede l’immediata attivazione dei poteri di vigilanza di cui all’articolo 27 del D.P.R. 380/2001, con eventuale sopralluogo della Polizia Locale o dell’Ufficio Tecnico, l’acquisizione dei titoli edilizi eventualmente rilasciati o presentati, la verifica della legittimità degli interventi e, ricorrendone i presupposti, l’adozione dei provvedimenti inibitori e repressivi previsti dagli articoli 27, 31 e seguenti del medesimo Testo Unico, oltre alla comunicazione degli esiti all’esponente all’indirizzo indicato. L’esponente si riserva di presentare separata istanza di accesso documentale ai sensi della legge 241/1990 per visionare i relativi atti del procedimento.
Si allegano riproduzioni fotografiche scattate da luogo pubblico o da area di mia legittima disponibilità in data [date delle foto], nonché copia del documento di identità. Si chiede la protocollazione del presente esposto e la trasmissione del numero di protocollo all’indirizzo PEC sopra indicato.
[Luogo e data] — [Firma autografa o digitale]
Modello 2 — Opere eseguite in difformità da titolo (presenza di permesso/SCIA ma lavori oltre)
Al Comune di [Comune] – Sportello Unico per l’Edilizia, PEC [pec].
Oggetto: Esposto per presunta difformità essenziale/urbanisticamente rilevante rispetto al titolo edilizio in [indirizzo].
Il/La sottoscritto/a [dati anagrafici e recapiti come sopra] rappresenta che presso l’immobile sito in [indirizzo e dati catastali se noti] risultano esposte in cantiere le generalità del titolo edilizio n. [numero pratica, data, intestatario], avente ad oggetto [oggetto del titolo come da cartello/Albo Pretorio]. Dagli accertamenti visivi effettuati in data [date], le opere in corso o ultimate appaiono eccedere quanto assentito, in particolare per [descrizione: aumento di superficie utile, chiusura di porticati oltre gli elaborati, diverso posizionamento o dimensione di aperture, realizzazione di volume tecnico trasformato in locale abitabile, spostamento sagoma]. Tali lavorazioni paiono incidere sui parametri urbanistici e configurare varianti non riconducibili a mera manutenzione né a modifiche non essenziali.
Alla luce di ciò, si chiede di verificare con urgenza la conformità delle opere agli elaborati grafici e alle prescrizioni del titolo, acquisendo gli atti di cantiere e il fascicolo edilizio, disponendo se del caso l’ordine di sospensione ai sensi dell’articolo 27 D.P.R. 380/2001 e adottando i provvedimenti conseguenti, ivi inclusi quelli previsti dagli articoli 31, 33 e 34 del Testo Unico. Si domanda altresì di essere informati dell’esito dell’istruttoria all’indirizzo PEC indicato.
Si trasmettono fotografie descrittive e, se reperito, estratto dell’atto pubblicato all’Albo o copia del cartello di cantiere. Si richiede protocollazione e comunicazione del numero di protocollo.
[Luogo e data] — [Firma]
Modello 3 — Intervento in area sottoposta a vincolo paesaggistico
Al Comune di [Comune] – Sportello Unico per l’Edilizia; per conoscenza alla Soprintendenza [denominazione competente], PEC [pec SUE] – [pec Soprintendenza].
Oggetto: Esposto per presunto intervento privo di autorizzazione paesaggistica in [indirizzo/ambito vincolato].
Il/La sottoscritto/a [dati], residente in [indirizzo], espone che in [indirizzo esatto, foglio e particella se noti], ricadente in area tutelata ai sensi dell’articolo 136 e seguenti del D.Lgs. 42/2004 come da vincolo [estremi del provvedimento o indicazione dell’ambito], sono in corso o sono stati eseguiti lavori consistenti in [descrizione: sostituzione copertura con aumento di quota di colmo, chiusura loggiati, nuove volumetrie, installazione strutture permanenti]. Non risulta esposto alcun cartello con estremi di autorizzazione paesaggistica, né risultano visibili titoli edilizi idonei. L’intervento appare incidere sui profili paesaggistici e sul rapporto tra pieni e vuoti, con potenziale aggravio del carico insediativo.
Si chiede pertanto al Comune di attivare la vigilanza edilizia ai sensi dell’articolo 27 del D.P.R. 380/2001 e di verificare la sussistenza dell’autorizzazione paesaggistica di cui all’articolo 146 del D.Lgs. 42/2004, coinvolgendo l’autorità preposta alla tutela ove non già investita, e, se necessario, adottare i provvedimenti sospensivi e ripristinatori previsti dalla legge, valutando altresì i presupposti per l’invio della notizia di reato all’Autorità Giudiziaria. Si chiede che ogni comunicazione circa l’esito dell’istruttoria sia inviata all’indirizzo PEC dell’esponente.
Si allegano fotografie georeferenziate ove disponibili, estratto mappa o schermate del geoportale comunale/regionale, copia documento di identità. Si richiede protocollazione e riscontro.
[Luogo e data] — [Firma]
Modello 4 — Lavori su parti comuni condominiali con possibile abuso edilizio
Al Comune di [Comune] – Sportello Unico per l’Edilizia, PEC [pec].
Oggetto: Esposto per presunto abuso edilizio su parti comuni condominiali in [condominio di via, numero].
Il/La sottoscritto/a [dati], condòmino dell’edificio sito in [indirizzo], espone che nell’immobile condominiale risultano in corso o già eseguite opere da parte del proprietario dell’unità [interno/scala] che incidono su parti comuni o su prospetti, consistenti in [descrizione: chiusura stabile di balcone con infissi fissi, realizzazione di veranda su lastrico solare, trasformazione di volume tecnico in vano abitabile con modifica delle aperture, installazione di manufatto fisso nel cortile]. Tali interventi determinano alterazione dei prospetti e possibile aumento di superficie o volume, profili che appaiono urbanisticamente rilevanti e non riconducibili a edilizia libera. La circostanza che l’intervento interessi parti comuni è rappresentata a titolo informativo e non sostituisce le azioni civilistiche eventualmente esperibili in sede condominiale.
Si chiede l’attivazione dei poteri di vigilanza di cui all’articolo 27 D.P.R. 380/2001, la verifica della sussistenza di idoneo titolo abilitativo (permesso di costruire o SCIA/CILA ove compatibile) e, ricorrendone i presupposti, l’adozione dei provvedimenti inibitori e di ripristino previsti dagli articoli 31 e seguenti, nonché la comunicazione dell’esito al sottoscritto. L’esponente si riserva di presentare istanza di accesso documentale per l’estrazione dei relativi atti.
Si allegano fotografie datate e, se disponibile, documentazione condominiale utile a localizzare l’intervento. Si chiede protocollazione e indicazione del numero di protocollo.
[Luogo e data] — [Firma]
Modello 5 — Cantierizzazione pericolosa e urgenza di intervento (profilo edilizio e sicurezza pubblica)
Al Comune di [Comune] – Sportello Unico per l’Edilizia; per conoscenza al Comando di Polizia Locale [denominazione], PEC [pec SUE] – [pec PL].
Oggetto: Esposto urgente per presunto abuso edilizio e situazione di pericolo in [indirizzo].
Il/La sottoscritto/a [dati], residente in [indirizzo], segnala con carattere d’urgenza che presso [indirizzo esatto] sono in corso opere edilizie consistenti in [descrizione sintetica], eseguite in assenza di cartello di cantiere e con allestimenti che appaiono privi delle protezioni minime. In particolare si rilevano [descrizione fattuale in forma narrativa: ponteggi ancorati in modo precario aggettanti su pubblica via, deposito di materiali ingombranti su marciapiede, ostruzione delle uscite di emergenza del fabbricato, assenza di recinzione del cantiere con libero accesso a terzi], con conseguente rischio per l’incolumità dei pedoni e dei residenti. Le lavorazioni risultano in corso in [date e orari osservati].
Si chiede di attivare senza indugio i poteri di vigilanza urbanistico–edilizia ai sensi dell’articolo 27 del D.P.R. 380/2001, disponendo ove necessario l’immediata sospensione dei lavori e il ripristino delle condizioni di sicurezza, nonché di coinvolgere il Comando di Polizia Locale per gli adempimenti di competenza. Si domanda inoltre di verificare l’esistenza e la conformità dei titoli edilizi e, qualora si accerti l’illegittimità dell’intervento o la difformità rilevante, di adottare i conseguenti provvedimenti repressivi e sanzionatori previsti dalla normativa vigente. Si richiede comunicazione dell’esito all’indirizzo PEC dell’esponente.
Si allegano immagini scattate in [date], che documentano le condizioni descritte, e copia del documento di identità. Si chiede protocollazione con rilascio del relativo numero.
[Luogo e data] — [Firma]
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